venerdì 2 aprile 2010

Quando ero grande (di Luigi)

---------------------------------------Quando ero "grande" ( di Luigi)



.....La cicogna mi ha consegnato, subito dopo la Seconda Guerra, in una famiglia medio-borghese che così ha potuto mettere sulla porta di casa il primo di quattro fiocchi azzurri in totale.Il secondo nastro dopo 14 mesi ed io provai a restare da subito figlio unico. Fu con un legno prelevato dalla scorta del camino che mi avvicinai a mia madre che si trovava a letto con il nuovo arrivato al suo fianco. No lellè, eu, eu! urlai e solo il gesto di autodifesa della puerpera salvò entrambi i bersagli privandomi del destino di Caino.Mi passò e presi a ben volere la nuova nascita che, perfino, cullavo nel suo lettino restando seduto per terra per farlo addormentare. Mio fratello Pasquale conserva ancora il nomignolo di "Lellè"Del resto il grande di casa ero io e ricoprivo il ruolo con determinazione dedicandomi alle piccole incombenze che mamma mi affidava per responsabilizzarmi; la pulizia dei pavimenti, la polvere dai mobili, i piatti, ecc, tutte mansioni che mi facevano sentire utile. Piccolo e già coscienzioso mi guadagnai così i galloni per piccoli acquisti nei negozietti di paese; mentre al mercato fornivo il meglio della mia prepotenza, non rispettando la fila che, con fare simpatico ma determinato, dribblavo. Attento ai soldi ed ai resti, mi si apriva allorizzonte la strada del Ragioniere. Pronto per la classe prima elementare, con le aste che mi aspettavano sui banchi di scuola, ci fu la terza bussata della cicogna a casa nostra e le cose si complicarono; aumentarono le incombenze e cerano anche i compitini ai quali dovevo dedicate tempo ed attenzione. Non mi scoraggiai e, oramai preparato, fui sempre più lometto di casa con mamma che attendeva anche allincarico di professoressa di lettere e papà occupato con la campagna, lallevamento dei cani, lattività di giudice cinofilo e scrittore/pubblicista, a tempo perso e per il suo diletto di tecnico della caccia. Feci appena in tempo a riscuotere il Premio Studio e Bontà, in quinta elementare, che ci fu lultimo toc toc della cicogna la quale, preso gusto, ci consegnò il piccolo di casa; quarto dei fratelli ed il più coccolato. Mio padre, anche cacciatore, mostrò al volatile dispettoso il suo fucile ed esso comprese che era il caso di dimenticare la strada della nostra casa.I quattro moschettieri erano pronti, di lì a poco, per scorrazzare per la campagna durante lestate, facendo disperare la mamma che li rincorreva - inutilmente - con il cucchiaione di legno. Quasi selvaggi che cercavano il contatto con la Natura rientrando in casa con le tasche piene di ogni animaletto ritrovato in giro.E’ arrivato così il tempo della maturazione ed io piccolo “grande” divenni, a poco a poco, adulto assumendomi tutte le responsabilità che la vita mi affidava, non ultima e la più bella, aprire alla cicogna che ci ha consegnato l’erede ancora noi nell'attesa di festeggiare il ventitreesimo genetliaco ed il diciannovesimo anno di età.

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